13 novembre 2025
Cos’è un’azienda? Per noi di Efuture è la somma delle persone che ne fanno parte. Per questo abbiamo scelto di dedicare uno spazio al nostro team per raccontarsi.
Oggi è il turno di Fabio, il nostro CEO.
Ciao Fabio. Grazie per il tuo tempo.
Ciao, è un piacere.
Partiamo subito. Quando è nata Efuture?
Più di vent’anni fa da un’idea semplice ma ambiziosa: creare un’azienda capace di mettere insieme tecnologia e umanità. All’epoca ero un tecnico, un appassionato di informatica e sicurezza, ma il mio desiderio era costruire qualcosa di mio, un luogo dove dare forma a una visione diversa del lavoro e del rapporto con i clienti. Da laboratorio di idee, Efuture è diventata una realtà strutturata, ma lo spirito con cui è nata è rimasto intatto: fare impresa mettendo la persona al centro, prima della tecnologia e del business.
Quindi l’umanità è la caratteristica distintiva di Efuture?
Esatto. Efuture è un’azienda fatta di persone prima che di ruoli. Si fonda su una cultura che non si insegna ma si respira: quella del rispetto, della libertà responsabile, del sentirsi parte di un progetto comune. Credo che l’innovazione più grande non sia quella tecnologica, ma quella umana, la capacità di creare un ambiente dove le persone possano esprimersi, crescere e sbagliare senza paura.
E questo approccio ha sempre fatto parte di te?
In realtà l’ho imparato nel tempo, anche osservando mio padre: lui lavorava nel campo delle risorse umane. Solo molti anni dopo ho capito che il suo compito era prendersi cura delle persone. Quella lezione è la radice più profonda di Efuture.
Cosa significa per te essere CEO?
Essere CEO non significa comandare, ma servire un’idea. Per me vuol dire custodire una visione, dei valori e farli crescere insieme agli altri. Creare un ambiente in cui chi lavora con te può esprimersi, sentirsi utile, trovare un senso nel proprio contributo. Essere CEO è un continuo esercizio di umiltà: ascoltare, imparare, fidarsi.
Il tuo lavoro ti piace, non ci sono dubbi. Ma è sempre semplice essere CEO?
È un ruolo che a volte pesa, perché richiede di prendere decisioni difficili. Ma ha uno straordinario privilegio: vedere le persone attorno a te trasformarsi, crescere, superare i propri limiti. Ecco, forse il mio compito più importante è proprio questo: alimentare il coraggio di fare cose difficili, dentro e fuori l’azienda.
Qual è l’aspetto che più apprezzi del tuo lavoro?
La parte che amo di più è la possibilità di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo, dalle persone, dai clienti, dai problemi che affrontiamo. Ogni progetto è una piccola avventura: un’occasione per rimettersi in gioco e alzare l’asticella. Mi piace vedere i volti soddisfatti di chi riesce in qualcosa che ieri sembrava impossibile, quando in azienda si respira entusiasmo e qualcuno propone un’idea che viene trasformata in realtà.
E l’aspetto che invece ti piace meno?
La burocrazia fine a sé stessa: tutto ciò che rallenta e spegne l’entusiasmo. Sono arrivato a detestare le call, le email e le riunioni inconcludenti, mi sembra che mi mangino tempo e sottraggano vita.
Più che comprensibile. Ti faccio un’ultima domanda impegnativa. Cosa significa per te fare impresa?
È un atto profondamente umano. Significa costruire, ma anche prendersi cura. Assumersi la responsabilità di creare valore, non solo economico ma anche sociale, relazionale, culturale. Per me fare impresa è dare un senso al lavoro, restituendo alle persone il piacere di fare parte di qualcosa che le rappresenta. È un modo per lasciare un segno e migliorare la vita di chi ti sta accanto, anche se di poco.
Bene. Passiamo alle domande più spensierate. Cosa fai quando non sei in ufficio?
Coltivo le mie passioni: lo sport, la corsa, il triathlon, la montagna e la lettura. Sono tutti modi diversi per rimettermi in contatto con me stesso e ritrovare equilibrio e libertà. Faccio anche volontariato per la Protezione Civile, un’attività che mi ricorda quanto la nostra fragilità possa diventare una forza se la mettiamo a servizio degli altri. Ho imparato che non c’è bisogno di grandi gesti per sentirsi utili: basta un po’ di tempo, un sorriso, la disponibilità ad ascoltare.
Sei molto impegnato anche nella vita privata.
Sì [Ride]. Ma ci sono anche i momenti più semplici, quelli che custodisco gelosamente: la famiglia, gli amici, il mare. Sono il mio modo di ricordare che, anche se faccio un mestiere tecnologico, la vera innovazione parte sempre da qualcosa di profondamente umano.
Bene Fabio, grazie davvero per il tempo che mi hai dedicato.
Il piacere e tutto mio. Grazie a te.